lunedì 15 febbraio 2010

Capitolo integrale di EFP

Capitolo otto.
Will drive you mad!
Seconda parte
"Alcuni passano la vita sperando che capiti qualcosa che cambi tutto: cercano il potere o l'amore, o le risposte ai grandi interrogativi; ma io penso che in fondo cerchino una seconda possibilità, un'altra vita in cui tutti gli errori fatti siano magicamente cancellati, per poter ricominciare; niente di negativo è ancora accaduto, tutte le scelte sono a portata di mano"
Allyson Clarke
Certe volte sarebbe bello poter avere un'altra possibilità.


1 gennaio 1999
Nella Sala Grande il camino si illuminò di colore verde smeraldo. I ragazzi rimasti ad Hogwarts fecero ritorno al castello con la Polvere Volante.
La notte di Capodanno ai Tre Manici di Scopa era finita nei migliore dei modi: la festa, la cena sontuosa, i balli che seguirono dopo la mezzanotte. Uno ad uno gli studenti ritornarono alle loro Case di appartenenza, stanchi e qualcuno ancora alticcio per le bevande alcoliche che giravano di nascosto sotto gli occhi ignari dei docenti.
Hermione Granger salì le scale di marmo seguendo i suoi compagni di Casa, con un passo strascicato. Draco Malfoy c’è riuscito, pensò. Le sue parole alla Guferia si erano avverate: per tutta la serata non fu capace di toglierli gli occhi di dosso, ricordando i suoi baci appassionati, le sue mani che la accarezzavano e le parole che riuscivano a toccarle il cuore.

Nel locale, quando lo sguardo di lei incrociava lo sguardo di lui, sentiva un incendio divampare dentro. Allo scoccare della mezzanotte i fuochi d’artificio magici illuminarono la notte di Hogsmeade con una marea di colori e forme. Hermione uscì fuori dal locale con gli altri ragazzi ad ammirare i giochi di luce quando, sentì un braccio avvolgerla intorno alla vita e portarla in un angolo debolmente rischiarato solo dalla luce incerta della locanda. Lo lasciò fare. Sapeva chi era, aveva riconosciuto il suo tatto e il cuore le sobbalzò nel petto. Lei non ebbe la possibilità di parlare, nemmeno di pensare, perché improvvisamente Malfoy cominciò a baciarla.
Fu un bacio famelico che la sorprese per la sua intensità. Prima, per tutta la serata, di fronte agli altri si erano scambiati solo cortesie, ma in quel momento era un viluppo di labbra e lingue, mentre le mani sembravano ovunque.
Ardente e umida, la bocca di lui coprì la sua, lei tenne il viso fermo in modo che egli potesse esplorarla e assaporarla. Dita calde le strinsero la base della mascella, e Hermione sollevò il mento per trarre un rapido respiro, prima di immergersi di nuovo nel bacio, cercando di tener lontano i ricordi che si affacciavano in un angolo della sua mente… la tregua di passione minacciata dal pensiero dei Mangiamorte, lui, ex Mangiamorte…il suo essere un Sanguepuro…il suo tradire l’amore di Ron.
Gemette sommessamente, in parte per l’incapacità di dimenticare…in parte per il piacere che la travolgeva, perché egli sapeva dove toccarla. Infilò le mani nel suo leggero abito accarezzandole la pelle nuda. Hermione trasalì quando le tocco i capezzoli turgidi.
-Sei già pronta per me- mormorò lui, stringendoli con delicatezza.- Vorrei tanto prenderli in bocca. Voglio succhiarti, Mezzosangue. Me lo lasceresti fare?
Appiattì i palmi sotto i suoi seni.
- Lo faresti Granger, se fossimo da soli? Se fossimo in un bel letto caldo? Se fossi tutta nuda per me? Me li lasceresti assaggiare?
Quando lei annuì senza riuscire a parlare, lui sorrise trionfante.
-Si che lo faresti. Dove altro vuoi sentire la mia bocca?
Silenzio.
La baciò con più voluttà quando lei non rispose.
-Dimmelo Granger.
Lei esalò il fiato con un sospiro inarticolato. Non riusciva a pensare, non riusciva a parlare. Lui le prese una mano costringendola ad afferrare una delle sue.
-Allora mostramelo Mezzosangue- le sussurrò all’orecchio. – Fammi vedere dove vuoi che vada. Guidami. Coraggio piccola Grifondoro. Fallo.
Incapace di fermarsi, lei gli strinse il palmo e se lo mise sul collo. Poi, lentamente, lo riportò sopra il seno. Le scintillarono gli occhi dal desiderio.
Lui espresse la propria approvazione con una sorta di mugolio, baciandola sulla mascella.
-Si, li. Lo sappiamo che mi vuoi sentire li. E poi?
Ormai inabile di dominarsi, Hermione gli tirò la mano sopra il ventre. Poi sul fianco.
-Bene. Così va bene. Non fermarti mia piccola Mezzosangue. Vai avanti. Mostrami dove vuoi che vada.
Prima che le mancasse il coraggio, Hermione si portò la mano di lui tra le gambe. Il vestito non oppose resistenza, e lei si lasciò sfuggire un gemito nel sentire quel palmo piatto contro l’inguine.
-Oh si, Mezzosangue. Così- disse lui sfregandola in quel punto mentre lei si aggrappava ansante ai suoi bicipiti, gettando la testa all’indietro.
-Stai bruciando viva. Sei bagnata per me Granger? Io credo di si.
Si. Era già bagnata da quando lui l’aveva trascinata in quell’angolo appartato.
Sopraffatta dal bisogno di toccarlo, gli infilò le mani dentro il suo abito da cerimonia all’altezza della vita, sentendo la pura potenza del suo fisico. Ma prima che potesse spingersi troppo in là, lui le tirò fuori le braccia stringendole i polsi con una mano sola. La spinse all’indietro con il petto fino a quando Hermione non sentì il solido muro contro le scapole. Poi sciolse i suoi polsi.
Cercò di protestare ma Malfoy le prese il viso tra le mani. Anche lui era visibilmente eccitato dal tocco di Hermione.
-Buona Granger. Avremo tutto il tempo per approfondire la nostra conoscenza. Volevo solo farti gli auguri come si deve…Buon Anno Mezzosangue.
Lo spettacolo di luci finì. Malfoy districò il suo abbraccio lasciandola con un senso di perdita e di vuoto. Sorrise e rientrò nella taverna insieme agli altri ragazzi. Sapeva che stava giocando con lei. Voleva che lo desiderasse, che lo cercasse. La volontà le stava venendo meno: lo desiderava da impazzire, voleva sentire di nuovo le sue mani sul suo corpo, voleva Draco Malfoy.
[…]
Hermione arrivò al settimo piano, davanti al quadro della Signora Grassa che sonnecchiava. Sentiva di non essere sola…lui, l’angelo tentatore dai capelli d’oro delle sue ultimi notti insonne era lì, dall’altra parte della scalinata.
-Che cosa ci fai qui? – boccheggiò lei, fra la paura e l’eccitazione.
-Ti stavo aspettando Mezzosangue, te l’ho promesso.- si avvicinava lentamente con l’aria tranquilla e le mani in tasca.
-Credevi che solo il caro Potter fosse a conoscenza dei passaggi segreti di questo castello?- Malfoy torreggiava davanti a lei.
Hermione quando fece per staccarsi dal parapetto delle scale, le sue dita si rifiutarono di ubbidire. Malfoy le afferrò le mani, staccandole le dita dalla balaustra una ad una. E il suo tocco fu il catalizzatore che la strappò da quel momento di stordimento. La sua pelle scottò a quel contatto, e lei non poté far altro che fissare negli occhi grigi l’unico ragazzo che possedeva il potere di farla ammutolire.
Malgrado lo strazio che portava il dolore, la sofferenza aveva la sua bellezza. Il dolore provato in passato le permise di avvicinarsi all'afflizione di Malfoy, poteva capirlo come lui la capiva, era in grado di soffrire per lui, allora era anche in grado di amarlo.
Nell’ amore È meglio seguire il cuore o il cervello? Sono in pochi a conoscere il significato del vero amore e lei voleva viverlo appieno. Per la prima volta Hermione Granger seguì la voce del suo cuore.
Hermione pronunciò la parola d’ordine sotto lo sguardo sorpreso della Signora Grassa nel vedere un Serpeverde in sua compagnia. Si aprì il varco nel muro. Malfoy la seguì senza indugi.
XXXXX
La debole luce della scalinata era filtrata attraverso l'apertura del muro, disegnando un fascio alabastro lungo il pavimento e il muro prospiciente. La Granger si fermò davanti ad una porta. Le dita robuste di Draco si erano chiuse attorno alla maniglia della porta in mogano sistemata su una delle pareti laterali del corridoio che portava alla Sala Comune, e lui aveva spinto l'anta verso l'interno, rivelando la stanza immersa nella penombra che si celava dietro di essa.
I suoi occhi si erano posati sul letto a baldacchino addossato alla parete sinistra della stanza. Guardò verso la Granger aspettando una sua reazione. Il fievole bagliore proveniente dalla finestra a pochi metri dal letto s'infrangeva contro il profilo delicato della ragazza, sfiorando i suoi capelli, le sue gote e le sue spalle. La neve al di là dell'infisso continuava a cadere lenta e incessante sul terreno foderato di bianco, creando un contrasto quasi palpabile tra il candore velato dell'ambiente esterno e il buio, nascondendo alla sua vista i suoi occhi color ambra posati su di lui. la Granger fece scivolare la sua mano nel soprabito. La vide prendere la bacchetta e puntarla verso una lampada ad olio. Si accese,creando un bagliore diffuso.
Finalmente Draco riusciva a vedere gli occhi che l’avevano incantato in quelle settimane. Gemette quasi provasse un dolore fisico.
Si avvicinò a quella bella creatura, così diversa da come l’aveva sempre vista in passato.
La Granger vedendolo avvicinarsi indietreggiò di qualche passo. Sembrava spaventata.
-Scusa, scusa tanto io…- si strinse nelle spalle tremante.
-Che cosa c’è?- chiese scrutandola.
-…Io non so’ cosa devo fare…in questi casi.
Draco trattenne il fiato. Com’era possibile? Da mesi era assieme a quel pezzente di Weasley, la baciava in ogni angolo della scuola e non avevano mai…fatto sesso?
-Oh, per l’amor del cielo non guardarmi così- esclamò nascondendo il viso tra le mani imbarazzata.
Draco sentì nascere in lui un senso di tenerezza e di possesso. La sua prima volta…sarebbe stata con lui e con nessun altro.
-Mezzosangue?
-…Cosa c’è?
-Ora mi avvicinerò per baciarti. Giuro che non ti tocco da nessun’altra parte. Solo le mie labbra. Sulle tue.- Aveva pensato di possederla selvaggiamente ma decise di cambiare strategia.
Ci fu una pausa interminabile. Draco si avvicinò con molta cautela, un passo dopo l’altro, aprendosi un varco attraverso le mani della Mezzosangue. Lei lo lasciò fare titubante. Temendo che potesse cambiare idea, Draco non perse altro tempo. Non aveva bisogno di un invito scritto. La baciò con delicatezza, indugiando sopra la sua bocca. Lei non si muoveva.
-Granger.- soffiò sulle sue labbra.
-Si…- disse lei con un filo di voce.
-Rilassati, sei troppo rigida.
Draco si chinò di nuovo su di lei per baciarla di nuovo. La Grenger ricambiò il bacio, sentiva che la sua voglia era al pari della sua.
Le mise la lingua in bocca prendendole la testa tra le mani, infilandole le dita tra i capelli e sciogliendole l’acconciatura complessa. I boccoli caddero come una cascata sulle sue spalle. Ne sentiva il profumo e la morbidezza come petali di rose. L’attirò a sé, facendola inarcare. Il desiderio che lo consumava era divorante. Non aveva mai provato quella necessità di vicinanza per nessuna delle sue tante amanti.
All’improvviso Draco si fermò, staccandosi dalla sua bocca. Con il fiato grosso e le guance arrossate la guardò negli occhi.
-Non posso resisterti Mezzosangue…perché mi fai sempre quest’effetto?- le sussurrò con la voce rauca.
-Voglio vederti la prima volta che facciamo l’amore.- incredibile…aveva appena detto amore e non sesso?
-Se vuoi che me ne vada, dimmelo subito, perché fra un istante sarà troppo tardi. Non voglio fare le cose in fretta: voglio che questa sia una notte indimenticabile. Non era mia intenzione che accadesse fra noi , ma non posso più combattere il bisogno incontrollabile di te- incredibile. Stava dando una via di fuga alla Mezzosangue, dandole la possibilità di decidere.
La Granger trasalì involontariamente mentre le mani di Draco le scivolarono sulle curve morbide dei seni, poi la guardò sulle ciglia scure in attesa di una risposta. Un piccolo cenno di assenso: non sarebbe riuscita a protestare nemmeno se avesse voluto.
Con studiata lentezza, Draco le tolse il soprabito facendolo scivolare a terra. Le abbassò la spallina dell’abito che aveva scelto per lei, fino scoprirle il seno tondo e rilucente. I capezzoli rosei si inturgidirono sotto l’intensità del suo sguardo: era così straordinariamente bella. Draco chinò la testa sul seno baciando a lungo prima una e poi l’altro, fino a farla gemere estasiata. Desiderava farlo da quando erano entrati nella Stanza delle Necessità.
-Mi vuoi Granger?- le chiese in un brontolio gutturale.- Mi manderesti via?- Di nuovo una via di fuga. Nonostante quell’ultima frase, non era sicuro che sarebbe riuscito ad andarsene se lei glielo avesse chiesto.
-No… Si!- ansimò la Granger. –…Intendo…dire si, ti voglio e no, non voglio…che tu vada.
-Allora non lo farò, Mezzosangue. Ti insegnerò ad amare, a dare e ricevere piacere.
Draco vide chiaramente che le sue parole vibrarono sulla sua pelle imporporata, prima che la sua bocca decisa le schiudesse avidamente le labbra in un bacio pieno di passione e di brama.
Con estrema dolcezza Draco finì di spogliarla, scostandosi da lei per ammirare affascinato il delizioso contrasto di curve che denudò, lasciandola solo con le mutandine di pizzo bianco.
-Sei bella- le sussurrò con riverenza.- Più di qualsiasi altra.- Era sincero.
Con il corpo che ruggiva di desiderio, prese in braccio la Granger e la porto a letto.
XXXXX
Hermione Guardava in faccia Malfoy, che attraversava la stanza tenendola in braccio. Nuda. Gli occhi grigi ridotti a due fessure, brillavano di una brama oscura ed erotica. Quando la depose sul letto e la guardò, fu assalita dal timore.
-Ho sofferto le pene dell’inferno cercando di restare lontano da te- disse Malfoy, sollevandosi sopra di lei.
La sua testa copriva la lampada, lasciandolo parzialmente in ombra. Abbassò nuovamente il suo viso su quello di lei, affondandole le dita nei punti morbidi delle spalle. Fu un bacio rabbioso, feroce; un disperato scontro di bocche, labbra contro labbra, lingua contro lingua…e ancora, ancora, finché lei rimase completamente senza fiato…ma riluttante a fermarsi per respirare. Lui sapeva toccare le corde della sua concupiscenza.
A quel punto Malfoy si tolse rapidamente la giacca e la camicia, facendo scoprire il suo petto possente e glabro. Non immaginava che fosse così muscoloso. Si sentì divampare di nuovo. Il calore cresceva nel ventre bagnandola in mezzo alle gambe. Lui le lanciò un occhiata interrogativa prima di sfilarsi anche i pantaloni. Hermione spalancò gli occhi, ma nonostante si sforzasse di non fissarlo, il suo sguardo fu calamitato inequivocabilmente sui suoi boxer e l’erezione, vistosissima che premeva sotto il tessuto leggero. Si vedeva tutto…mio Dio. Era enorme.
Quando lui sorrise, si sentì sciogliere e arrossì, chiedendosi come sarebbe stato sentire quella novità, la sua mascolinità in tutta la sua durezza contro la pelle morbida. Malfoy sembrò leggerle nel pensiero –magari lo stava facendo realmente come aveva fatto in biblioteca- e l’accontentò, stendendosi accanto a lei, fianco contro fianco, coscia contro coscia, abbracciandosi in un intreccio di gambe.
Doveva ritenersi fortunata, pensò. Aveva tra le braccia un esperto dell’amore. Lui sapeva esattamente dove e come toccarla per darle il massimo del piacere. La sua bocca scovò un punto dietro il collo, appena sotto la nuca, poi scivolò in avanti verso i seni morbidi, la sua bocca era calda. Baciò il capezzolo, lo risucchiò in bocca, lo mordicchiò, con la lingua tracciò un languido cerchio intorno ad esso, quindi lo succhiò di nuovo…e nel frattempo continuava ad accarezzale la vita, i fianchi e le gambe. Passò all’altro seno, lo succhiava ad occhi chiusi, assaporandola adorante e rapito.
Hermione si sentiva mancare dalla sensualità dei suoi gesti. Dalla sua gola le uscivano dei suoni mai concepiti prima. Il cuore batteva all’impazzata.
-Per Salazar- mormorò leccandole il capezzolo.- Non avevo idea che sarebbe stato così.
-Come …dici?- Oh Dio…la sua bocca… Hermione non aveva mai sperimentato con Ron quello che stava provando sotto il tocco delicato di Malfoy.
-Potrei continuarti a leccare all’infinito…sei così calda e delicata.
Quelle carezze la portavano sempre più su, verso altezze che non aveva mai raggiunto prima e nemmeno sapeva che esistessero.
Sentì le mani di Malfoy sull’interno delle cosce e si accorse che stava scivolando giù,e più giù lasciandole una scia infuocata dal ventre all’interno coscia. Hermione si inarcò, mentre la passione spazzava via tutte le sue reticenze e i suoi sensi di colpa.
Con un movimento rapido Malfoy le sfilo l’ultimo indumento ormai inutile. Fece scivolare le mutandine giù per le gambe, accarezzandole al suo passaggio. Il cuore di Hermione stava prendendo il volo. La paura e la voglia di sentirlo sopra di lei si mescolava in un misto di emozioni nuove. Quando sentì la sua mano risalire le cosce lasciò che Malfoy le spalancasse le gambe, in un impeto di desiderio irrefrenabile, il materasso sotto di lei tremava. Lui la guardò nel suo fulcro segreto
Alla prima carezza del suo dito lungo la vulva, Hermione si lasciò sfuggire un gemito gutturale. La toccò di nuovo.
-Sei bagnata, così perfetta. Sei morbida mia piccola Mezzosangue. Devo sapere…
Si abbassò ancora di più, sollevando le spalle. Hermione sentì una carezza vellutata.
Le sue labbra. La stava assaggiando…
Questa volta, quando lei si inarcò urlò per quella dolce intrusione. Malfoy la baciò di nuovo, poi Hermione sentì la carezza umida della sua lingua. Quando lui alzò la testa e deglutì con un mugolo estasiato, lei ebbe un tuffo al cuore. I loro sguardi si incrociarono.
-…Sei deliziosa- disse Malfoy, tornando a leccarla.
Le mani di Hermione, senza controllo, si infilarono nei capelli di lui, facendo intendere di continuare. Lui si allungò sul letto, infilando le braccia sotto le ginocchia di lei, invadendo completamente lo spazio in mezzo alle cosce…il suo respiro era caldo, affannoso, la bocca di una voracità disperata.
Quando Hermione sollevò di scatto i fianchi, le mise un braccio sullo stomaco per tenerla ferma.
-Ti prego…- fu l’unica cosa che riuscì a dire lei.
Lui capì e la eccitò senza tregua. Fu implacabile, facendola impazzire. La guardava mentre lei si abbandonava all’estasi una, due…un infinità di volte.
Quando finalmente alzò la testa, lei era allo stremo delle forze, senza fiato.
Malfoy si tolse i boxer con un unico gesto. Hermione deglutì a fatica.
Il suo membro era davvero enorme. Perfetto, duro come una roccia.
Risalì sul suo corpo riempiendola di baci sul seno e sul collo. Lei, ancora pensava alla sua erezione. Voleva accarezzarlo come aveva fatto lui: gli esplorò con le mani i muscoli tonici delle gambe seguendo i fasci muscolosi che salivano, lungo la schiena. La pelle era liscia senza difetti. Avvertiva la sua forza sotto la punta delle dita, godendo della sensazione che quel corpo le dava.
Malfoy sollevò la testa e la imprigionò nei suoi occhi velati di passione.
-Mi dispiace farti del male ora, …amore, ma il dolore durerà solo un istante - le mormorò Malfoy contro le labbra, mentre la sua virilità sondava dolcemente la sua morbidezza vischiosa e bagnata. L’aveva preparata per quell’intrusione, pensò Hermione, ma sapeva che il dolore non poteva scomparire. Aveva paura ma voleva sentirlo dentro di lei. Un gemito soffocato gli sfuggì dalle labbra sentendo la carne calda e dura fare strada nel suo posto più segreto.
Con un movimento del bacino affondò deciso nel calore accogliente di lei, che gemendo contro i suoi baci lo avviluppò con la propria intimità inesplorata.
Per il dolore, le unghie di Hermione affondarono sulla schiena di Malfoy. Lui non batté ciglio resistendo ai graffi profondi che essa gli procurò. Gridò sommessamente per l’invasione: una fitta brevissima lasciò il posto al più intenso dei piaceri che avesse mai conosciuto.
Malfoy resistette deliberatamente all’impulso di muoversi, restando immobile finché lei non si abituò ad averlo dentro di sé. Sospirò e si rilassò poco a poco. Lui la percepì e affondò in tutta la sua lunghezza fino ad essere completamente inghiottito. L’intensità di quel primo affondo la lasciò senza fiato, e chiuse gli occhi, aggrappandosi alle sue spalle.
Istintivamente gli avvolse le gambe intorno alla schiena quando le si stese sopra ed entrambi ansimarono incominciando a muoversi dentro di lei. Si sollevò adagio, per poi riabbassarsi, e ancora, ancora, sempre più rapidamente e furiosamente, più e più volte, con colpi lenti e profondi…con un gemito Malfoy si sollevò sulle braccia, lasciando i fianchi liberi di muoversi; ad ogni sua spinta Hermione scivolava sempre più in alto nel letto.
-Ah…Draco!- urlò Draco. L’aveva chiamato per la prima volta con il suo nome, con passione crescente.
L’unico suono che si sentiva nella stanza era il loro respiro ansante e il rumore dell’amplesso.
A un certo punto si aggrappò ai polsi di Malfoy per resistere al suo assalto. Mentre lui martella con vigore preso dalla passione, lei si sentiva sempre più vicina all’ennesimo orgasmo, più lui accelerava più lei si avvicinava al culmine del piacere…e all’improvviso il crescendo esplose, lasciandola tremante e boccheggiante, mentre si inarcava un’ultima volta in un’onda di piacere e di luce e avvertiva la tensione e il fremito del movimento finale di lui.
-Non resisto più…He…Hermione…- ansimò venendo dentro di lei.
Il suo orgasmo la investì con violenza all’inguine,facendola urlare di piacere, per poi diffondersi in un lampo nel resto del corpo. Come dilatata da tanta potenza, Hermione si sentì infinitamente lunga e larga, sensazioni che si protrassero per un tempo indeterminabile.
Tornata in sé, si accorse che Malfoy era accasciato su di lei, anche lui ansante, gli occhi chiusi, le ciglia che sfioravano le sue. Una mano era posata sulle sue spalle, l’altra sulla curva del collo, le dita strette cose se sentisse il bisogno di aggrapparsi a lei. Era sua.

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Draco si destò alle prime luci dell’alba. I ricordi di quella notte lo investirono come un Ippogrifo in picchiata sulla preda. Era nel letto della Mezzosangue, per Salazar!…Nella sua stanza, nella Casa dei Grifondoro, aveva fatto l’amore con la So-Tutto-Io Granger…e gli era piaciuto oltre ogni limite. Non aveva mai provato niente di simile con nessun’ altra ragazza. Lei era diversa.
Si girò al suo fianco. Dormiva come una bambina, i boccoli erano sparsi sul cuscino, tra e sopra i loro corpi. Per tutta la notte avevano fatto l’amore nella vischiosità del sangue e del suo seme, fondendosi insieme, fino a che non si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altra. Soddisfatti e appagati.
Il sole del primo mattino filtrava attraverso la finestra, Lì, nella torre dei Grifondoro, diversamente dai suoi sotterranei dove tutto era oscuro, la luce del giorno recava realtà e consapevolezza.
Malfoy fissava la sua Mezzosangue: la curva delle spalle morbide, il profilo di un capezzolo rosa, la linea ondulata del fianco, le labbra rosse e piene, gonfie e increspate dopo la loro notte di passione.
Lei aprì gli occhi, sorpresa…le sue ciglia si abbassarono come a nascondere il rossore delle guance. Inconsciamente si coprì le sue nudità. Un sorriso divertito gli incurvarono le labbra, mentre le prendeva le mani.
-Non c’è niente di cui vergognarsi Mezzosangue- le disse con calma.
- Il tuo corpo è bellissimo e sei fatta per essere amata…da me- con la punta di un dito le traccio una curva dallo zigomo al mento, per poi risalire verso le labbra leggermente socchiuse.
-…Anche il tuo corpo è bellissimo- fece la Granger osservandolo timidamente fra le folte ciglia.
Draco fece una risata profonda. Non credeva alle sue orecchie, la Granger le aveva detto che era bello.
-…Non sapevo che…che fare l’amore fosse tanto meraviglioso.- aggiunse adorante accoccolandosi a lui.
-È stato meraviglioso perché hai fatto… l’amore con me- le rivelò sconcertato, come se lui stesso si rendesse conto della cosa per la prima volta.
Sentiva che il muro che li separava da quando si erano conosciuti sette anni fa’ era totalmente e inevitabilmente dissolto.
La sua Mezzosangue.
La sua amante.
La sua donna.
Era finalmente sua.
-Devo confessarti una cosa- la baciò con dolcezza.- Come posso dire…Granger… - faceva fatica a parlare.
-…Ti ho odiato per anni, perché nonostante i miei dispetti crudeli e infantili, nonostante i dolori che hai subito, tu riuscivi sempre a sorridere. Vivevi senza dubbio in un mondo diverso dal mio, che odiavo fin dalla mia prima infanzia. Ti impegnavi sempre su tutte le cose che ti proponevi di fare. Tanto eri pura. Non ti piegavi davanti a nulla…e io morivo dalla voglia di sporcarti..- non riuscì a continuare.
Tutto sarebbe ritornato come prima dopo quella confessione, il sogno era finito. Erano come il giorno e la notte.
-…Malfoy.- Sbotto lei. –Guardami.- quando lui la guardò la Granger disse:- La pensi ancora in quel modo?
-Ho smesso di pensarlo da quella orribile notte a casa mia, dove eri prigioniera.- Rispose sinceramente.
-Abbracciami Malfoy, lasciati abbracciare- Draco si sdraiò di nuovo accanto a lei. Entrambi sotto le coperte rimasero abbracciati accarezzandosi, lasciando che il loro tatto riconoscesse ogni parte del loro corpo.
Era giunto il momento di andare. Draco doveva uscire dalla camera di lei prima che gli altri ragazzi della Casa andassero a fare colazione nella Sala Grande.
Si alzò malvolentieri dal comodo letto di lei. Prese i suoi vestiti che erano sparsi nel pavimento e si rivestì i pantaloni, sotto gli occhi della Granger. Sentendo il suo sguardo addosso si girò dalla sua parte. La luce che filtrava dalla finestra la faceva apparire ai suoi occhi come una dea. Immersa nella luce la sua pelle risplendeva.
Gli venne l’impulso di ritornare a letto e farla di nuovo sua. Non ne aveva mai abbastanza, la sua voglia stava crescendo sempre di più. Ma controvoglia represse quello che anelava e continuò a vestirsi.
Prima di varcare la soglia ritornò accanto a lei. Non voleva lasciarla in quel modo. La baciò con trasporto, affondando la lingua nella sua dolce bocca. Lei ricambiò con passione. Se fosse rimasto ancora non sarebbe uscito più da dentro di lei, possedendola per tutta la giornata fino allo stremo delle forze.
Con riluttanza si sollevò dirigendosi verso la porta.
-In giornata ti farò recapitare una pozione…per non concepire. A meno che tu non decida di fuggire con me, lasciando quel Weasley e mettendo al mondo i nostri figli.- era assurdo anche il solo pensarlo…o forse no. Come sarebbero stati i loro bambini Mezzosangue?
-Aspetterò la pozione.- disse improvvisamente, fredda e rigida.
Già…starà pensando al suo fidanzatino pezzente. Chissà che faccia farà quando scoprirà che la Granger non è più vergine.
-Sarà meglio che tu vada, Malfoy. Non voglio che ti rovini la reputazione con una come me.
Draco si rabbuiò. Che significavano le sue parole? Sarebbe stata capace di lasciare tutto, la famiglia, gli amici, un futuro sicuro, per scappare davvero via con lui?
Non disse nulla. Il suo futuro ormai era già segnato…gli sarebbe piaciuto essere libero da obblighi e portarsi via, lontano da tutti, la sua Mezzosangue. Ma ormai era ritornato alla cruda realtà: lui era l’ultimo discendente dei Malfoy. Aveva il dovere di continuare la discendenza di Mago Purosangue.
Lasciò la stanza della Granger.
Lasciò il suo sogno dietro quella porta.
Lasciò il suo cuore a lei.
XXXXX
Hermione si alzò poco dopo dal letto, meravigliosamente indolenzita per la notte passata con lui.
Malfoy era stato delicato e passionale. Qualsiasi ragazza non poteva sperare di meglio come prima esperienza d’amore: lui era un esperto.
Già. Sapeva delle tante ragazze che le morivano dietro. Anche lei ora era diventata una di loro… No con lei era diverso. Non aveva mai avuto una Mezzosangue ingenua ed inesperta. Si accorse di desiderarlo di nuovo senza ritegno. Malfoy si era insinuato in lei come un virus.
Voleva realmente scappare con lui, lasciando Ron e i suoi genitori.
Andare in qualche posto dove nessuno li avesse riconosciuti.
Liberi dai pregiudizi della razza.
Essere solo Draco ed Hermione.
Fare l’amore fino ad essere un tutt’uno.
Mettere al mondo i suoi figli.
Purtroppo, sapeva che era impossibile.
La realtà si fece strada nella sua mente. Aveva tradito Ron, la sua fiducia. Desiderava un altro uomo ma lo amava ancora. Un amore diverso si, ma pur sempre amore… sono ancora meno le persone che trovano la loro giusta metà. Molte trovano soltanto una persona con la quale vanno più o meno d'accordo, una persona con cui invecchiare... una persona che non li faccia sentire soli. anche quello è amore, credeva, ma non era il tipo di amore al quale ambiva dopo aver scoperto la passione travolgente per…Draco.
Dopo essersi vestita, Hermione scese puntuale a fare colazione nella Sala Grande. I pochi ragazzi che vide erano ancora stanchi dalla notte passata a festeggiare. Anche lei si sentiva stanca, ma per un motivo diverso …
Malfoy non era ancora arrivato. Che strano, sentiva la necessità, anche solo di vederlo. Era davvero malata di lui…
La posta via Gufo entrò nella sala. Ricevette gli auguri dei suoi genitori ancora in crociera e La Gazzetta Del Profeta come ogni giorno. Aprì il giornale come suo solito quando…la sua attenzione cadde su una foto di Malfoy e la sua famiglia in quarta pagina, nella rubrica del gossip magico.
“Fidanzamento a casa Malfoy.”
“Grandi novità con l’arrivo del nuovo anno.
Lucius Malfoy e Narcissa Malfoy Black, danno il lieto annuncio di fidanzamento del loro figlio Draco Lucius Malfoy, unico discendente della prestigiosa famiglia Purosangue Malfoy e Black con Asteria Greengrass, secondogenita della famiglia Purosangue al comando della più famosa catena di Hotel del mondo magico- Le Greengrass Resort-.
La festa di fidanzamento ufficiale si terrà nel mese di giugno, presso Villa Malfoy, dimora di famiglia immersa nel Wiltshire, nell’Inghilterra sudoccidentale. Il ricevimento avrà luogo dopo che i due discendenti prenderanno i M.A.G.O (Magia Avanzata Grado Ottimale) presso la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Con il loro futuro matrimonio le due famiglie creeranno una fusione, diventando la famiglia più potente del Mondo Magico nel era post Seconda Guerra.”

Era fidanzato…doveva sposarsi a breve con quella piccola vipera di Asteria Greengrass. Sentì gli occhi che le pizzicavano. Oh no…non poteva piangere.
Cosa poteva aspettarsi da un Malfoy? L’aveva ingannata. Credeva che fosse il suo salvatore nel momento del bisogno. Accecata dal destino non riusciva a sentire tutti i sussurri, gli avvertimenti così chiari della sua coscienza… il suo sorriso quando le prese il cuore. Si, aveva preso il suo cuore. L’aveva ingannata sin dall'inizio…le ha mostrato i sogni e lei aveva sperato che potessero avverarsi.
Le lacrime stavano sgorgando dai suoi occhi. Perché…?
Malfoy fece la sua entrata in Sala Grande. Lei lo vide avvicinarsi, non poteva permettersi di farsi trovare in quello stato: si sfregò gli occhi eliminando le inutili lacrime. Prima che potesse fermarla si alzò dal tavolo e si precipitò verso l’uscita. Quando la vide riuscì a bloccarla per un braccio.
-Granger… che hai?- chiese dando una rapida occhiata verso il giornale aperto sul tavolo.
-Non…osare mai più toccarmi…non voglio più vederti.- sputò le parole come veleno.
-…Hai saputo?
-Si! E ora lasciami immediatamente.- strattonò il braccio facendo perdere la presa a Malfoy.
Scappò via.
Fuggì da lui.
Da quello che era.
Da quello che erano stati per una notte.

***********************

Il resto dei giorni di vacanza passarono lentamente. Hemione faceva in modo di non incontrare per nessuna ragione Malfoy. Evitava i corridoi deserti, le aule chiuse, il settimo piano. Mangiava chiusa in camera per non vederlo nella Sala Grande. Non avrebbe sopportato sentire i suoi occhi penetranti posarsi su di lei, creandole scompiglio nella sua vita, di nuovo.
Finalmente gli studenti ritornarono a scuola. Ron, Harry e Ginny salutarono Hermione convinti che fosse rientrata anche lei qualche giorno prima dalla sua vacanza con i genitori. Ron con un gesto d’affetto l’abbracciò, baciandola con passione, ma lei non era partecipe con la stessa intensità: si giustificò dando la colpa alla stanchezza. Infatti gli amici constatarono che era sciupata, dimagrita per giunta, ma niente che una pozione ricostituente rimettesse in forma. Sarebbe bello se rimettesse in forma anche la mia anima, pensò.
Le lezioni ripresero come prima: Antiche Rune, Aritmanzia, Storia della Magia, Trasfigurazione…Pozioni. Come sempre i Grifondoro seguivano le lezioni insieme ai Serpeverde. Costretta a suo malgrado a stare per due ore nella stessa aula con Malfoy. Era riuscita a non incrociarlo per un paio di settimane, ma scendendo nei sotterranei sentì la sua presenza.
Stava uscendo dal passaggio nel muro della sua Casa insieme alla…futura fidanzata ufficiale. La Greengrass gli stava attaccata come se volesse far sapere a tutti che lui era di sua proprietà. Malfoy aveva un aspetto orribile: la faccia era tirata, doveva aver perso dei chili. E –misericordia- gli occhi erano spenti, senza una scintilla di vita.
Lui la guardò. Lei distolse lo sguardo ed entrò in classe insieme a Ron. La lezione era difficile, ma grazie alle sue conoscenze sulla materia Hermione, non aveva nessun problema. Aggiungendo l’ultimo ingrediente nel calderone alzò la testa dalla pozione fumante. Malfoy era davanti al suo tavolo di lavoro. La mandragola in polvere cadde dalle sue mani dentro la pozione che ribolliva. Si sparse una nuvola di fumo nero dall’odore nauseabondo. Il professor Lumacorno, agitato, fece uscire tutti dalla classe. In mezzo al trambusto generale una mano prese quella di Hermione trascinandola in un passaggio sconosciuto dietro a degli scaffali dell’aula di Pozioni. Tossiva ancora per il fumo, quando sentì delle mani conosciute abbracciarla e toccarla come solo una persona sapeva accarezzarla.
-Lasciami!- annaspò tossendo. – Malfoy levami le mani di dosso!
-No! Devo parlarti. Non mi hai lasciato altro modo di agire.
-Che cosa vuoi da me? Non sei ancora soddisfatto?
Lui la strinse a sé e la guardò come una fiera che punta la preda, gli occhi grigi fissi su di lei, il corpo in tensione, pronto a scattare. Non ci voleva un genio per capire che genere di sfogo stava cercando.
-Non dirmi che mi hai trascinato qui per portarmi a letto.
-Va bene, non te lo dirò- la sua voce era un ringhio profondo e sensuale.
Hermione tese la mano sul suo petto muscoloso. Già, come se bastasse quello a fermarlo. Malfoy poteva possederla come e quando gli piaceva, che lei lo volesse o meno. Solo che, come un’idiota, lei non voleva respingerlo. Anche dopo tutto quello che aveva saputo lei , lo desiderava ancora, maledizione.
-Mi rifiuto di fare sesso con te- lo spinse via. Aveva esplicitamente detto sesso.
Io non voglio fare sesso con te: voglio fare l’amore- disse lui, avvicinandosi.
Oh, Dio. Il suo odore…il suo corpo…così vicino. Era proprio una stupida.
-Stai lontano da me. Non ti voglio più.
-Si invece. Lo sento sulla tua pelle.- Allungò la mano e le toccò il collo, facendo scorrere l’indice nella mascella.
-Ti odierò se lo farai.
-Mi odi già.
Magari fosse vero…- Io non verrò a letto con te Malfoy, è assolutamente escluso.
Lui si chinò per avvicinare la bocca al suo orecchio. –Non te lo sto chiedendo. Il fatto e che tu mi manchi… mi sei mancata in questi giorni.
-Fottiti!- lo spinse via.
-Ho commesso un errore. Dovevo dirtelo io stesso. Non dovevi leggere la notizia su uno stupido quotidiano.
-Fottiti.- Picchiò i pugni sul suo petto.
-Io ti voglio Granger.- La strinse nelle sue spire.
-…Fottiti.- Non riusciva a respingerlo.
Il suo cervello le diceva che era infuriata ma il suo cuore…il mio cuore
-Fottimi.- lo avvinghiò a sé baciandolo con passione.
E nello spazio di un secondo perse la testa. La sua dipendenza trovò lei.
Con Malfoy c’era quella attrazione assurda, come un fuoco dirompente, che la consumava.

XXXXX

Draco la cinse tra le braccia, stringendola tanto da toglierle il respiro. Le infilò la lingua in bocca e la sollevò da terra per portarla nel suo letto, nei dormitori dei Serpeverde. Grazie al passaggio segreto si ritrovarono nella Sala Comune senza essere visti agli altri ragazzi, che seguivano le lezioni della mattina.
Depose con trasporto la Granger nel suo letto. Fare l’amore in modo rabbioso, disperato, era una cattiva idea. Una pessima idea. Pensò.
In meno di un secondo si ritrovarono avvinghiati sul materasso. Draco si tolse la divisa quasi stappandosela di dosso. Poi spogliò la sua Mezzosangue con la fretta di chi ha bisogno di respirare.
Tenendola ferma per le cosce, la leccava senza darle tregua, sussurrandole parole oscene, infuocate. Lei si spingeva contro la bocca di lui, inarcando la schiena. Era così focosa, lui così vorace…che la sentì abbandonarsi all’estasi. Draco prolungò l’orgasmo all’infinito, continuando ad eccitarla, aumentando la sua passione.
-…Sei crudele…va’ all’inferno Draco…vai al…- ansimò la Granger divorata dall’eccitazione.
Con una mossa fulminea lui la buttò giù dal letto, schiacciandola sotto di sé.
-Io sono già all’inferno- sibilò, premendo l’inguine contro di lei.
Dimenò i fianchi, spingendo la sua erezione dentro il nido vellutato che aveva appena posseduto con la bocca…affondò con forza dentro di lei, dilatandola fin quasi a farle male. La sua invasione le strappò un grido, ma poi la sua Mezzosangue sollevò i fianchi per permettergli di spingersi ancora più a fondo.
Draco l’afferrò per le ginocchia, alzandole le gambe e stringendola sotto di sé; poi cominciò a spingere dentro di lei, senza risparmiarle niente. La Granger si teneva al suo collo, persa in quel ritmo sfrenato. Era così che immaginava possedere la Mezzosangue. Un amore brutale, selvaggio, primitivo. Le fece raggiungere di nuovo l’orgasmo, anche lui venne dopo un ultima poderosa spinta. Il suo seme caldo la riempì completamente, riversandosi sulle cosce mentre lui continuava a pompare.
Alla fine crollò sopra di lei, lasciandole andare le gambe e respirando contro il suo collo.
-Non volevo… che andasse a finire così…- riuscì a dire senza fiato.
-Ne sono più che sicura- disse lei spingendolo via e rizzandosi a sedere.
- Sei arrabbiata.- non era una domanda.
-Tu che ne dici? Siamo sgattaiolati di nascosto in pieno orario di lezioni. Siamo di nuovo finiti a fare…insomma! È stata solo una cosa fisica, ci siamo arresi ai nostri più bassi istinti.
-È stato fantastico. Non puoi dire il contrario.- la baciò sulla candida spalla.
- È stato fantastico…e non succederà mai più.- Si alzò in piedi cercando la sua divisa sparsa per la stanza.
-Sei così bella… con te è tutto così bello e facile, un porto sicuro di piacere infiammante…-fece per abbracciarla da dietro ma lei si girò.
- Sai qual’ è il tuo problema? Vuoi troppo. La ragazza che ti scopi io e quella che ti aspetta a casa lei. – si scostò dal suo abbraccio.
-Che scemenze stai dicendo io voglio solo te- Si. La voleva tutta per se.
-Io ho un ragazzo che mi ama e tu una ragazza che ti ama!- Si rivestiva con scatti nervosi.
Sentiva il sangue affluire al cervello, diventando di nuovo il vecchio Draco.- Non parlare di lui e di lei …come se fossimo io e te!
-Non hai il diritto di farmi questo. Di entrare nella mia vita e di fottermela completamente!
-Qui ci sono due persone che fottono Mezzosangue. Tu e io- rispose con il suo solito ghigno odioso.
Il viso della sua Mezzosangue era una maschera di dolore.
-Mi dispiace…- disse lui a voce bassa.
-Non dirmelo proprio adesso.
-Cosa vuoi che faccia, cosa vuoi che ti aspetta che dica allora!?-mise le mani nei fianchi.
-Vuoi che lasci Astoria? Lo farò! Vuoi fuggire insieme a me in posti sconosciuti e vivere di solo amore? facciamolo! Io sono pronto. Tu sei pronta allo stesso modo Granger? Lasceresti Weasley per vivere con me?- era una vera e propria dichiarazione…stava a lei decidere il loro futuro.

XXXXX

Malfoy aspettava una sua risposta… Aveva un ragazzo che l’ amava e un ragazzo che voleva lasciare la fidanzata per lei. Doveva sentirsi al settimo cielo ma mi sentiva uno zero. Sono una ragazza orribile, pensò.
-…Dobbiamo andare a lezione.- disse sommessamente. Vide la sofferenza dipingersi nel viso di Malfoy.
-Vattene, Granger. – disse freddo e duro, aprendo il passaggio che l’avrebbe riportata nella classe di Pozioni.
Passò a testa bassa, davanti a lui. la sua mascella era tesa, come se si stesse trattenendo. Non proferì parola e lei si sentì morire dentro. Si sentiva davvero malata. Malfoy era la sua malattia.

*************************

I mesi passarono. Gli esami di fine anno, i M.A.G.O, si avvicinarono inesorabilmente.
Tutto sarebbe finito per sempre. Gli anni felici ad Hogwarts, gli amici, le gioie, i dolori…l’amore insano per Malfoy.
Negli ultimi mesi si evitavano. Lui era in attesa di una risposta da parte di Hermione, lei era indecisa sul da farsi. Amava Ron ne era sicura, ma amava anche Draco…di un amore travolgente che la faceva soffrire.
Era in biblioteca, seduta nella solita sedia. Il panorama fuori dalla finestra era cambiato. Il manto di neve aveva lasciato il posto ai prati fioriti e la leggera brezza di primavera. Hermione sospirò pensando al passato.
In quel posto, in quello stesso tavolo lei e Malfoy avevano parlato per la prima volta senza insultarsi.
In quel posto era iniziata la sua infatuazione per lui.
Sentì qualcuno avvicinarsi. Il primo pensiero volò al Serpeverde che attanagliava i suoi pensieri, ma sapeva che non era Malfoy. Lo sentiva quando c’era lui nei paraggi.
Ron si sedette accanto a lei, le fece un debole sorriso. Lei gli sorrise di rimando, continuando a leggere il suo libro preferito:Storia delle magia di Hogwarts.
-Mione…Devo chiederti una cosa. Non voglio fare il paranoico ma c’è qualcosa che non va?
-Ron…I difetti sono belli?
-Sono la parte migliore, piccola. Guarda me- …già. l’unica pecca di Ron e che si fidava ciecamente di lei.
Rise di cuore, ma poi ritornò serio. –Davvero, cosa mi nascondi? …Non ti fai più abbracciare da me.
Era vero. Doveva dirglielo ma temeva che dopo non l’avrebbe più guardata in quel modo. …Non glielo disse. Essere onesti e davvero la miglior cosa?
-Io ti amo- disse Hermione
-Anche io ti amo- le diede un tenero bacio e la lasciò per andare all’ultimo allenamento di Quidditch per la partita con i Serpeverde.
Era una codarda. Non aveva il coraggio di affrontare se stessa, di ammettere le proprie paure e cercare di risolverli. Era terrorizzata da quello che provava per Malfoy, dalle intense emozioni che le faceva provare.

XXXXX

Gli ultimi mesi erano stati un inferno per Draco. Asteria gli stava dietro in ogni passo che faceva. La ragazza stava aspettando impazientemente la sua proposta di matrimonio con le aspettative di diventare al più presto la signora Malfoy. Tuttavia come avrebbe potuto sposare un'altra quando il suo cuore era colmo di passione per la sua Mezzosangue dagli occhi d’ambra? La Granger , l’oggetto del suo desiderio, era così vicina a lui e non poteva prenderla tra le braccia. Come poteva stare con Weasley? Draco voleva reclamare ciò che riteneva suo.
Lasciò la sua Sala Comune con una scusa, riuscendo a prendersi una tregua dalla possessività della Greengrass.
Voleva cercare la sua Mezzosangue. Con la responsabilità di Caposcuola, sapeva che aveva i turni prestabiliti in giro per il castello. Entrò in Sala Prefetti, grazie al fatto di essere stato anch’esso un prefetto, si fece dare una copia della chiave dal suo compagno di Casa. Trovò il programma delle assegnazioni e i nomi dei ragazzi che facevano la ronda. Vide il suo nome e il posto dove poteva cercarla.
La trovò, in piedi accanto alle siepi del cortile di Trasfigurazione. Fissava pensosa il buio, quasi stesse ricordando quando si erano amati la prima volta. Già allora aveva capito che lei era il suo destino.
Draco le si avvicinò, così silenziosamente che la Granger non si mosse, fino a quando non la circondò con le sue braccia. Lei sussulto dalla sorpresa e lui le solleticò la nuca con le labbra, inalando il suo profumo che gli risvegliò i sensi in un ondata di desiderio. Era sempre così quando erano vicini: la passione esplodeva e li consumava.
Lentamente la Mezzosangue si voltò nel suo abbraccio e i loro occhi si trovarono nella luce intensa della luna.
-Malfoy…io.
Le parole le morirono in gola mentre le labbra di lui si abbassavano a divorarle la bocca in un bacio esigente, un bacio che sembrò non finire mai e che gli ricordò in un istante come l’aveva sempre sentiva tra le sue braccia: morbida, calda e fremente di passione. Quello che avevano condiviso trascendeva il corpo e univa le anime. Quella era la donna che gli aveva fatto scoprire di amare.
-Granger…dobbiamo parlare.- fece lui staccandosi con riluttanza da quel bacio.
La prese per mano e la condusse su una panchina nascosta dalle siepi dove nessuno li avrebbe visti.
Chiuse gli occhi al pensiero di lei ancora con Weasley. Non gli aveva ancora dato la sua risposta, era giunto il momento di sapere. Presto sarebbe finito tutto. Le loro strade sarebbero state divise per sempre.
-…Ti auguro buona fortuna Malfoy- disse tristemente.
-Parli come se fosse l’ultima volta in cui ci vediamo- la accusò lui secco.
-La tua vita va in un'altra direzione- rispose lei con voce rotta.- con Asteria Greegrass. E il mio futuro è…con Ron.
-No!- insistette Draco sprezzante.-Noi ci apparteniamo! Asteria sa che non la amo. E tu? Puoi dire in tutta onesta di amare Weasley?
-Io..io…lui mi ama- svicolò lei.
-Al diavolo lui! Tu sei mia. E se hai qualche dubbio, ti farò presto cambiare idea.
Confusione e rabbia si alternavano nel cuore di Draco, mentre sollevava il viso della Granger scrutandola implacabile nei profondi occhi d’ambra. Ormai a corto di parole, le catturò le labbra in un bacio famelico e possessivo che esigeva la resa. Lei, negando i propri sentimenti, spostò la testa da una parte all’altra respirandogli affannosamente contro la bocca, incapace di fermare la sua lingua che la invadeva. E quando lui l’attirò a sé, sulle ginocchia, gli fece sentire la sua virilità attraverso i pantaloni.
-Vorresti negare questo mia dolce Mezzosangue.- le sussurrò rocamente.
Si insinuò nella sua camicia e sentì i suoi seni inturgidirsi sotto le sue mani esigenti.-Siamo fatti l’uno per l’altra, questa è l’unica cosa che conta.
-È…diverso ora.- insistette la Mezzosangue.- Sono cambiate molte cose e noi non potremo mai stare insieme…tu hai Astoria e non credo che potrai liquidare il tuo fidanzamento con lei tanto facilmente. E Ron?
-Lascia perdere Astoria!- esclamo Draco, la cui rabbia sfiorava ormai la violenza.-Tu sei mia e io ti avrò, all’inferno Asteria e Weasley!
Sbottonando bruscamente la camicia della divisa, Draco le liberò i seni prima che lei potesse protestare, mentre l’aria fresca della notte le accarezzava i capezzoli che si inturgidirono sotto il suo sguardo ardente. Lui ridacchiò vedendo quei boccioli rosa sensibili. Quella ragazza era l’incarnazione della passione, pensò. Orgoglioso di averla fatta sbocciare lui.
Mentre le sue dita compivano la loro magia titillandole i seni, lei si aggrappò alle sue spalle, ansando.
-Draco…ti supplico.No! Non qui!
Ma le sue parole finirono al vento mentre lui le sollevava l’orlo della gonna e risaliva con le mani lungo la pelle sensibile dell’interno della coscia. Poi le trovò il calore liquido fra le gambe e trasalì sotto il suo tocco.
-Voglio sentirti venire, amore mio.- le sussurrò Draco in un orecchio.-Voglio darti piacere, non trattenerti.
La rinnovata pressione delle sue dita danzavano dentro e fuori dal suo fulcro. Il grido che ne scaturì dalle labbra fu soffocato dalla bocca di Draco, che la lasciò tremante e senza fiato.
La brama della Granger accese quella di Draco, che slacciò rapidamente i pantaloni bisognoso di raggiungere il piacere. Poi la sollevò sopra di sé, trascinandosela in braccio e le fece sentire il suo membro duro pulsare contro la sua femminilità. Purtroppo il rumore dei passi che si avvicinavano li interruppe bruscamente.
-Hermione, dove sei?- domandò una voce ansiosa.
-Dannazione!- imprecò Draco contrariato mentre si staccava dalla Granger per rivestirsi in fretta. Poi aiutò lei a fare altrettanto.
-Hermione- ripeté la voce di quell’idiota di Weasley.
Se solo avesse avuto qualche minuto di più avrebbe posseduto la ragazza per cui bramava, la donna che sognava da settimane, ma purtroppo quel prezioso attimo era svanito e ora gli restava solo il desiderio selvaggio che gli faceva ribollire il sangue. La Mezzosangue era sua, per Salazar! E se doveva usare la forza per farle capire che rimanere con Weasley non era il suo destino, non avrebbe esitato a farlo.
Draco l’afferrò per un gomito e la condusse fra i corridoi della scuola, con il viso ancora arrossato dalla passione repressa, una passione che solo la sua Mezzosangue poteva placare.
-Lasciami Malfoy. Non hai nessun diritto di trascinarmi per il castello come se fossi di tua proprietà! Ron mi sta cercando!
-Taci. Non pronunciare quel nome in mia presenza!- la ammonì rabbioso.
Arrivarono a destinazione. Non era più salito al settimo piano da quando, mesi prima, scoprì di volerla intensamente. Aprì la porta che appariva lentamente davanti a loro. Spinse l’anta verso l’interno varcarono la soglia.
La stanza aveva avverato il desiderio di Draco: la perfetta copia della stanza della Granger ma con i colori della Casa Serpeverde fusi con quelli della Casa Grifondoro.
-Fammi uscire Malfoy! Non puoi farmi questo…non puoi…non possiamo. Pensa alla tua fidanzata.- fece supplichevole.
-Non sono venuto qui per parlare di Asteria: sono venuto per “parlare” di noi.
-Non c’è nessun “noi”, Malfoy. Le nostre vite hanno preso direzioni diverse. Astoria Greengrass diventerà tua moglie e io andrò a vivere con Ron dopo la scuola.
-Ho detto di non nominare quell’idiota!...io ti voglio Granger. Hai dimenticato quello che abbiamo condiviso? Non voglio altre che te nel mio letto.
-Non…non ho dimenticato niente- balbettò lei, impotente sotto gli occhi grigi che la trafiggevano.
-Forse hai bisogno che te lo ricordi!- disse bruscamente, infastidito da quelle stupide resistenze all’inevitabile.
Le accarezzò teneramente un ricciolo di capelli che ricadeva sulla guancia e le sfiorò le labbra tremanti con un dito. Poi seguì la linea che andava dallo zigomo al mento. Bastò quel gesto per abbattere le difese di lei, perché il suo tocco le mandava brividi infuocati lungo la schiena.
Poi l’attirò a sé bruscamente, quasi con violenza, allacciando le mani dietro la sua schiena.
-Piccola Mezzosangue- mormorò suadente – mi fai impazzire di desiderio.
Con un sospiro passionale, lei si arrese e gli fece scivolare la braccia intorno al collo. Le mani di lui scesero nella curva naturale della schiena, poi più giù nelle rotondità dei glutei, per schiacciarla contro il suo corpo duro fino a farle sentire la sua erezione pulsare contro il ventre.
-Non ho avuto una donna da quando abbiamo fatto l’amore l’ultima volta nel mio dormitorio- gemette Draco sentendo le curve morbide di lei modellarsi contro di sé.
La Mezzosangue si scostò con l’aria allibita.- E…Asteria?- domandò dubbiosa.
-Draco scosse la testa.- Non ho potuto Granger. Come potrei desiderare un'altra donna dopo il piacere che ho avuto da te? Non potrebbe esserci un'altra, anche se non mi sono mancate le occasioni.
Stanco delle parole, Draco la catturò in un abbraccio avvolgente. Le tolse il respiro mentre le conquistava la bocca, divorandone la morbidezza, sottolineandone i contorni con la lingua per poi invaderla del tutto. La Granger si abbandonò a quel bacio appassionatamente, dischiudendo le labbra per accoglierlo, e ogni logica svanì all’improvviso.
Senza spezzare quel contatto, le dita agili di lui corsero sulla cravatta e i bottoni della camicia della divisa di lei, soffermandosi su ogni bottone con impazienza, le slacciò la gonna con maestria. I vestiti finirono disordinati ai suoi piedi. Ormai desiderosa di unirsi a lui, La Granger lo aiutò a spogliarsi a sua volta, con l’impazienza che cresceva dentro di loro. In un muto accordo si stesero sul letto a baldacchino, allungandosi fianco a fianco, le cosce avvinghiate, le labbra incollate.

XXXXX

Con esasperante lentezza lui spostò la bocca più giù, tracciandole una scia infuocata lungo la linea del mento e della gola, soffermandosi su un capezzolo turgido, che stuzzicò con la lingua. Le sue mani scivolarono dal ventre alle cosce, mentre la magia della sua bocca sul seno la faceva rabbrividire in tutto il corpo.
Desiderosa di dargli lo stesso piacere, Hermione gli esplorò la pelle con le mani provocanti e lente. Sentì contrarsi ogni singolo muscolo del petto possente e degli addominali scolpiti, mentre ne sottolineava i contorni. Poi le sue dita si fecero più audaci a si strinsero attorno alla sua erezione strappandogli un grugnito dalla gola.
Fu sorpresa quando lui le afferrò la mano e gliela allontanò.
-…Hermione, se continui così non riuscirò più a controllarmi. Sono stato troppo tempo senza fare l’amore e voglio darti il massimo piacere.
Prima di capire quale fosse il suo intento, lui si chinò trovandole il ventre delicato e la tempestò di baci seducenti mentre lei gli si inarcava contro. Le sue labbra scesero più giù e più giù ancora, finché Hermione non lo sentì aprirle le gambe e posizionarle sopra le proprie spalle scomparendo nella sua femminilità.
Una fiammata le attraversò il corpo insediandosi nella sua intimità bagnata, mentre il piacere intenso si irradiava dal punto in cui la bocca di lui la insinuava. Malfoy la stuzzicava abilmente con le dita e con la lingua per intensificare al massimo il piacere, finché Hermione iniziò ad agitare la testa da un lato all’altro ansimando e dimenando i fianchi in cerca di sollievo. E quando l’afferrò per i glutei attirandola ancor di più a sé, l’estasi arrivò e la rapì.
Poi, dopo l’esplosione di frammenti multicolori, Hermione tornò sulla terra pezzo dopo pezzo, per ritrovare il suo Draco che la guardava amorevolmente.
-Adoro guardarti quando ti regalo il piacere- le sussurrò mordicchiandole l’orecchio.- Ti voglio avere del tutto. Voglio penetrarti e volare con te in paradiso.
Hermione urlò quando la virilità pulsante di lui le affondò dentro in tutta la sua lunghezza. Un gemito rauco sfuggi dalla gola di Malfoy facendole capire quanto avesse bisogno e desiderasse affondare dentro di lei, unito come era destino che fossero. La afferrò da dietro penetrandola sempre di più, sentendo l’estasi montare a ondate dai lombi a tutte le parti del corpo. I suoi affondi si fecero più frenetici.
Hermione lo sentì diventare enorme dentro di sé mentre il loro amplesso assumeva un ritmo urgente, selvaggio e frenetico. Lui la possedeva con una gioia animale che le accese dentro un fuoco divorante. E continuò ad affondare finche lei non credette di morire di piacere. Ma non morì, anzi, il corpo le vibrava in ogni terminazione nervosa, gridando nel trionfo dell’estasi finale.
I tremori scossero Malfoy nello stesso istante, per poi discendere con lui nella pace dei sensi. Ancora unita a lui, Hermione lo fissò negli occhi meravigliandosi di come riuscisse a controllare e a provocare il suo piacere. Nel giro di pochi minuti, l’aveva portata due volte ai vertici dell’estasi e lei lo voleva ancora.
-Dopo quello che abbiamo appena condiviso, puoi ancora negare che siamo destinati l’uno all’altra?- la sfidò sicuro di sé. - Credi che Lenticchia abbia la capacità di soddisfarti come me?
Hermione scosse la testa senza parlare. Non poteva negare nulla e non voleva nemmeno farlo. All’improvviso i suoi occhi si fecero enormi perche sentì Malfoy ancora dentro di sé, duro, virile e pulsante di vita.
-Draco!- sussurrò allibita.- Ma tu sei ancora…insomma…- un intenso rossore le imporporò le guance.
-Ti sembra strano che ti desideri ancora?- lui rise sommessamente.
– È Passato così tanto tempo e tu sei più bella e calda di quanto ricordassi- disse guardandola con ammirazione.
-Il tuo corpo è perfetto sotto ogni punto di vista. – Le fece scivolare le mani sulle curve ormai familiari, provocandole un ondata di brividi.
-Adoro i tuoi seni. Le tue gambe sono lunghe e sode. La tua vita è così sottile. I tuoi fianchi sono una gioia per la vista. Sei incredibile, amore mio, e io ti voglio ancora mia dolce Mezzosangue.
-Ho qualche scelta?- chiese con un velo di rimprovero.
-Non puoi farla tu questa scelta- sorrise Malfoy, sicuro della propria abilità. Poi affondò e la prova evidente di quanto la desiderasse, le fece ribollire il sangue nelle vene, le riempì di vita gli occhi color ambra.
-Sei calda, e bagnata, e invitante- le sussurrò mentre scivolava nella sua morbidezza.
Quelle parole seducenti alimentarono la fiamma che ardeva fra le gambe, spingendola a inarcare il bacino per accoglierlo.
I muscoli delle gambe tremarono, mentre l’impeto di lui divampava senza controllo. Le cosce si irrigidirono, sentì i brividi che le attraversavano il corpo mentre raggiungeva l’apice del piacere e, quando urlò, Malfoy soffocò il suo grido appassionato con la bocca, visibilmente compiaciuto di riuscire a soddisfarla il quel modo. Poi anche lui venne perdendosi dentro di lei.

XXXXX

Rimasero a letto, accoccolati godendo del tempo trascorso insieme. La sua Mezzosangue era sdraiata al suo fianco e Draco le accarezzava i ricci cantando sottovoce.
-Che cosa è la dolce melodia che canti? – chiese lei baciandogli il petto.-L’hai cantata anche quel giorno quando eravamo qui abbracciati e mi consolavi raccogliendo le mie lacrime.
- È una canzone molto antica. Un inno alla dea Madre nell’Antico Idioma del mondo delle fate. Parla di cieli azzurri, gufi bianchi e prati verdi.- Fece scorrere la mano sulla curva dei suoi fianchi snelli.
-La tua voce è così pura e di una bellezza impressionante. Capace di fermare la corsa del tempo per poi lasciarlo scorrere all’infinito.- Draco rise di cuore.
-Sei meravigliosa amore. riesci a far emergere parti della mia anima che nemmeno io sapevo di avere.
-Continua a cantarla. Mi rilassa sentire la tua voce…vorrei stare per sempre così. Vorrei che il tempo si fermasse…-Draco sentì le sue lacrime bagnargli il petto.
Cantò per lei, per la sua amata Mezzosangue, per la sua Hermione.

***********************

-Mezzosangue, non voglio sentire un'altra parola su una tua vita con Weasley, è chiaro?- disse Draco severo.
Ormai si erano rivestiti ed erano seduti sul letto.
Lei si torse le mani in grembo.- Ma Draco…cerca di capire…io non sono la donna giusta per te- insistette lei caparbiamente.- Per non parlare delle voci nel Mondo Magico. Si diffonderanno come un incendio e tu sei un Purosangue e io…avremo tutti contro, te ne rendi conto?
-Lascia che ci pensi io,Hermione. Tu parla con Lenticchia, digli che non puoi stare con lui e io mi occuperò di tutto il resto.
Aveva deciso di rompere il fidanzamento. Avrebbe portato la sua donna a casa per presentarla come nuova fidanzata. Avrebbe spostato la sua Mezzosangue. Al diavolo il nome e i Sanguepuro. Draco era cambiato grazie all’amore di Hermione. Non era solo una soddisfazione fisica, o solo sesso. Quello che voleva da lei era il corpo e l’anima, fondersi insieme a lei lasciando via libera alla passione e all’estasi che solo lei era capace di procurargli.
Lasciarono la Stanza della Necessità alle primi luci dell’alba. Un ultimo bacio passionale di fronte al quadro della Signora Grassa e lasciò andare la sua amata Mezzosangue.
Quella stessa mattina mandò un messaggio a sua madre per avvertirla della decisione di rompere il fidanzamento con Asteria. Lei avrebbe capito, non era come suo padre. Le stava a cuore la felicità di Draco. Sarebbe stato il primo passo verso la felicità insieme alla sua Hermione.
Le giornate passavano. Doveva muoversi cautamente davanti a quella piccola arpia di Asteria, sempre attenta ad ogni sua mossa. Ma grazie ai passaggi segreti e astuti stratagemmi riusciva a vedere la sua donna quasi ogni sera. Si ritrovarono a scambiarsi baci appassionati nei posti più impensati della scuola: l’infermeria, la rimessa delle barche, la sezione proibita. Qualsiasi luogo era perfetto. Quando si ritrovavano non esisteva né lo spazio né il tempo intorno a loro.
Nonostante avesse avuto una giornata piena per prepararsi agli esami imminenti, il pensiero di Hermione lo assaliva di continuo: pensava a come il corpo di lei completava il suo, a come lo accoglieva nel paradiso caldo e bagnato della sua femminilità; pensava al sua odore a al suo sapore. La amava! Più di quanto avesse pensato fosse possibile amare qualcuno. Guardare il suo viso a forma di cuore gli sollevava lo spirito e gli nutriva l’anima. Finalmente sapeva di poter amare incondizionatamente.
-Draco, oh Draco- asclamò la sua amata Mezzosangue gettandosi fra le braccia.
Draco le regalò un sorriso irresistibile.-Pensavo che la giornata non finisse più- ammise stancamente.
-Lezioni interminabili, prove di esami, allenamenti e l’unica cosa che desideravo era averti fra le braccia e fare l’amore con te. Non so’ come ho fatto a resistere in tutte quelle settimane lontano da te.
-Nemmeno io lo so, amore mio- ribatte lei tremante- questi ultimi giorni mi hanno cambiato la vita.
-lo hai detto a Weasley?- Hermione fece cenno di no. – Cosa stai aspettando? Un invito scritto?
-Non voglio spezzarli il cuore…lui ha fatto parte della mia vita per molto tempo. Abbiamo diviso gioie e dolori, insieme ad Harry. Abbiamo combattuto contro Tu-sai-chi, e poi gli voglio bene. Vederlo soffrire…mi renderebbe un mostro senza cuore.
La Mezzosangue era sempre stata altruista. Quello era un altro motivo per cui Draco l’amava. Se non fosse stata così, non sarebbe stata la sua Hermione.
-Voglio fare l’amore con te. Ho aspettato tutto il giorno questo momento.- un sorriso sornione gli alleggiava a un angolo della bocca mentre guardava il bagliore sensuale negli occhi di lei. La desiderava quanto lei desiderava lui e non c’era bisogno di parole per trasmettere quel messaggio.
-Non guardarmi così, amore, o finirò per prenderti qui nei corridoi- le disse; la sua voce era un sussurro roco mentre l’attirava contro il suo corpo solito. E lei persa in quell’abbraccio, si arrese al calore che la invase quando lui le catturò le labbra con le sue.
Le esplorò il corpo con le mani mentre il bacio si faceva sempre profondo, e sotto la divisa che lo costringeva,Draco sentì il proprio cuore accelerare i battiti. Voleva Hermione con un intensità selvaggia, un intensità che uguagliava il desiderio bruciante di lei.
All’improvviso furono interrotti da un trambusto alla finestra. Un gufo reale sbatteva prepotentemente contro il vetro, come impazzito.
-Hermione. Ci vediamo stanotte. Ora vai e parlare con Weasley.- Aveva riconosciuto il gufo e non voleva che la sua donna venisse attaccata.
La sua Mezzosangue si incamminò , guardandosi indietro come se percepisse qualcosa di brutto.
Quando ebbe la certezza che lei sene fosse andata, aprì la finestra. Il gufo della sua famiglia si appoggiò sul suo braccio recando legata alla gamba un rotolo di pergamena. Tolse il laccio con cui era stato legato e il gufo volò via verso la Guferia.
Sdrotolò il foglio, lesse e gli si gelò il sangue.
“Caro figlio.
Sapevo che tu provavi un interesse speciale per la Mezzosangue amica di Potter. L’avevo intuito da quando avevi annunciato che non saresti tornato per le vacanze di Natale. Sono tua madre e ho capito facilmente cosa ti passava per la testa.
Ti prego, ti scongiuro, rinuncia al tuo folle piano. Pensa anche a quella povera ragazza. Pensi seriamente che sarebbe bene accetta nella nostra famiglia? Dovrà soffrire pene ben più maggiori se dovesse far parte della nostra cerchia di Maghi Purosangue. Verrebbe indicata come una sgualdrina con l’unico scopo di puntare al nostro denaro e alla classe sociale che non ha avuto per diritto di nascita.
Se stavi pensando di fuggire, verrai immediatamente diseredato da tuo padre e farete la vita dei ricercati in tutto il Mondo Magico.
Non si vive di solo amore, Draco.
Pensa a lei. E questo che vuoi veramente? Una vita di rinnegati?
Comunque, qualunque cosa tu decida, io starò sempre dalla tua parte, ma ti scongiuro di ripensarci,per il tuo e il suo bene.
Ti sono vicina bambino mio.
N.M.B.”

Il sogno era davvero finito. Il suo amore era stato tagliato sul nascere in quelle poche righe.
Perché era nato in quella famiglia? Prima di allora non aveva mai desiderato tanto essere della famiglia Weasley.

XXXXXX

Hermione aveva deciso di dire tutta la verità.
Voleva essere sincera e vivere il suo amore alla luce del sole, insieme a Draco.
Amava Ron, ma era un amore che poteva solo paragonarlo a quello di un fratello, come con Harry.
L’aveva capito solo grazie alla passione travolgente che aveva conosciuto solo con Malfoy
Ron stava scendendo nella Scalinata Principale.
Riuscì a raggiungerlo al terzo piano.- Ron aspetta!
Ron si fermò e attese Hermione, correre verso di lui.
-Ciao Mione, andiamo a cena insieme?
-Magari più tardi…Ron,devo parlarti…di una cosa importante…- rispose triste.
-…Ti ascolto.- Non c’era nessuno nei dintorni, poteva parlare liberamente.
-…Ron, sono stata a letto con un altro ragazzo...- dritta al punto! Brava. Potevi direttamente lanciargli una Maledizione senza Perdono.
[…]
-È iniziato tutto con le vacanze di Natale.
[…]
-…Non te l’ho detto… e mi dispiace molto.
-…È successo quando eri in crociera? Quando eri con i tuoi genitori?- chiese con un filo di voce.
-Ron…non ci sono mai andata in crociera…sono rimasta qui a scuola.
[…]
-…Con chi sei stata Hermione?- Il suo tono era gelido. Gli occhi scintillavano intuendo chi fosse.
-…M-Malfoy…Draco Malfoy.
Silenzio. La guardava con gli occhi sgranati, vedendola per quella che era realmente e non come la dolce e pura Hermione.
-Malfoy! Ti ha costretta con la forza? È successo una volta…
-È successo più di una volta…e no, non mi ha costretta. All’inizio non so cosa mi abbia detto il cervello, ero incapace di pensare. Ma adesso è tutto diverso. Ed io… lo amo. So…so che ho sbagliato a non parlatene subito e spero…spero che tu…possa…
Ron indietreggiò senza forza.- …Devo andare …
-…Ci vediamo a cena?- che domanda stupida!
-Non lo so…io…io devo camminare…ho bisogno di andare.- Si allontanò velocemente con la schiena ricurva, abbattuto, sofferente. L’aveva tradito.
La sera a cena Ron non si fece vedere. Hermione andò a cercarlo e lo trovò sulle sponde del Lago Nero, sotto il loro salice, dove avevano trascorso le giornate spensierate dei primi anni di scuola, in allegria.
Ron la vide arrivare.- Hei…
-…Ciao. Ti stavo aspettando nella Sala…
-Ho fatto un giro qui attorno per circa un ora…non sono riuscito ad entrare. Non volevo vedere…lui...e te.
-Mi dispiace tanto Ron- Hermione iniziò a piangere.
-…Si, lo so’.
-Non volevo farti del male- voleva abbracciarlo, ma si scostò.
-lo so’.
-…Ma te ne ho fatto…te ne…
-…Già - fece un sospiro sommesso.- Vorrei tanto non averlo saputo.
-…E che io volevo essere sincera, con te…- gli prese il viso tra le mani, piangendo.- Le persone commettono errori.
Silenzio. Ron aveva gli occhi lucidi. Lei con le lacrime si appoggiò al suo petto senza avere da lui un gesto d’affetto.
-…Lo so… mi conosco Hermione. Non riesco a passarci sopra.- lei si strinse a lui nascondendosi il viso tra le mani, annuendo.
-Ho solo bisogno si stare un po’ per conto mio…di stare da solo.
Lei annuì e Ron le diede un lungo bacio sulla testa.
-…Ti ho amato davvero, sai?
Ron si allontanò, era finita. Finita per sempre. Questo ha portato ad essere sinceri? Il cuore spezzato di un ragazzo buono come Ron. Non poteva permetterlo. Non voleva che soffrisse per una colpa commessa da lei. Anche se di mezzo c’era l’amore travolgente di Draco.
Senza ripensamenti sfoderò la sua bacchetta e la puntò su Ron che gli dava le spalle, allontanandosi da lei.
-Oblivion!- lanciò l’incantesimo di memoria sul ragazzo, cancellando le ultime ore trascorse, dove gli aveva rivelato la verità su di lei e Draco.
Ron si destò come in un sogno, sembrava spaesato e con una fame da lupi, a causa del digiuno forzato. Hermione gli fu accanto raccontandogli che era andata a cercarlo avendo notato il cibo intatto sul tavolo dei Grifondoro. Tornarono al castello. Il ragazzo sorrise, sperava che qualche elfo di buon cuore gli avesse lasciato da parte un pasto caldo.
Hermione sorrise di rimando felice di essere l’unica a soffrire.
Sono davvero una ragazza orribile. Perché devo far soffrire le persone a cui voglio bene per l’amore che provo nei confronti di Draco?
Si sarebbe sacrificata.
Non poteva vivere felice con la consapevolezza di essere la responsabile del dolore di Ron.
Imbrogliare e mentire non era nella sua natura, ma aveva preso la dolorosa decisione di non rivelare la verità.
Il sogno era infine finito. Doveva sacrificare la sua vita e il suo amore.

XXXXX

Draco aspettava Hermione nella Stanza delle Necessità, nella loro camera.
Doveva lasciarla, per il suo bene, perché la sua felicità dipendeva solo da questo. Avrebbe sofferto la sua perdita in silenzio.
-Draco.- l’appello nella voce di Hermione penetrò in qualche modo nella sua disperazione.
-Hermione- gemette stringendola fra le braccia.
Un verso di dolore gli sfuggì dalla gola mentre le catturava le labbra avidamente, schiacciandole contro le sue con squisita dolcezza. Il desiderio, la tenerezza e la dolcezza di quel bacio toccarono profondamente Hermione, che gli si diede senza riserve, sapendo che sarebbe stata la loro ultima volta. Ogni minuto sembrava scandito dalla disperazione, ricordandogli che il tempo loro concesso di felicità era esaurito.
-Devo parlarti Draco…ti prego ascoltami.- lo supplicò senza fiato.- non possiamo più stare insieme.- la sua voce si spezzo dolorosamente.
Hermione si strinse a lui in un forte abbraccio, non riuscendo a continuare. Il dolore era troppo grande.
Le sollevò il viso, baciandola con tenerezza.
-Mi lasceresti entrare nella tua mente? – le chiese; voleva usare la Legilimanzia.
-Sono pronta. Entra dentro di me.- Gli diede il permesso senza opporsi. Voleva che lui sapesse.
Draco sondò ed estrasse le emozioni e i ricordi dalla mente di Hermione. Affluirono dentro di lui come un onda: vide la confessione di Hermione, sentì il suo dolore, il suo amore per lui, la sua disperazione per un futuro non realizzabile.
Chiuse il contatto visivo con lei, lasciandola ansante e in preda alle emozioni scatenate dal flusso dei ricordi.
-Oh, amore mio- mormorò lui.- Non dubitare: troverò il modo di tornare da te. Un giorno vivremo senza ostacoli e nessuna barriera che ci divida.
-Tu mi capisci? Sai perché non posso lasciarlo?- Hermione si meravigliava della sua comprensione.
-Lo capisco…-Draco non rivelò alla sua amata delle lettera. Non voleva procurarle altro dolore più di quanto lei non ne avesse già.- Non roviniamo questo breve tempo insieme con inutili parole. Lascia che ti dimostri il mio amore come desideriamo entrambi.
A quel punto la adagiò con la massima attenzione nel loro letto e la svestì con le dita tremanti. La luce pallida della luna inondava d’argento il corpo di lei, facendo risplendere i suoi capelli. I suoi seni gli riempivano le mani mentre le baciava teneramente i capezzoli, sentendoli inturgidirsi sotto la lingua. Le fece scivolare la bocca lungo il torace, fermandosi per un momento straziante sulla curva del ventre, immaginandola gravida, madre dei suoi figli.
Soffocando l’impulso di raccontarle la verità, Draco le trovò le labbra, affogando la tua tristezza in un bacio che trasmetteva più di ogni parola. Le sue mani scivolavano più in basso carezzandole la curva dei fianchi e la pelle morbida fra le gambe. Poi fece la stessa cosa con la bocca, lasciandole una scia ardente sulla pelle che le accese i sensi, alimentando la passione con la passione.
Con la mano incontrò il calore morbido fra le sue cosce. Lasciò scivolare un dito dentro di lei, poi continuò con la bocca, la prese con la lingua ed Hermione fremette e si inarcò, incoraggiandolo a portare a termine quello che aveva iniziato. Con amore e tenerezza infiniti, la lingua di lui compì la sua magia: all’improvviso l’estasi e le contrazioni dell’orgasmo l’attraversarono. Tuttavia Draco non si fermò, non finché quello spasmo estasiatico non cessò completamente.
-Niente potrebbe cambiare questa realtà, amore mio. Sentenziò a fatica.- Il modo in cui mi rispondi è unico.
-Tu sei il solo Draco…- lo rassicurò la ragazza- solo tu hai il potere di portarmi in paradiso.
-Mia dolce Mezzosangue…-sussurrò lui sollevandole i fianchi per penetrarla. Hermione si inarcò sentendolo gemere di piacere mentre affondava nella vulva bagnata, pronta ad accoglierlo con quel massaggio tanto intimo.
-Hermione…- ansimò lui ritraendosi quasi del tutto, prima di penetrarla di nuovo, fino in fondo.
I loro corpi cominciarono a muoversi, cullati da un ritmo primordiale; la lingua di lui le schiuse le labbra e prese possesso della sua bocca. Inebriata dal desiderio che si trasformava in estasi, Hermione si lasciò sfuggire un gemito di piacere.
All’improvviso, lui non riuscì più a controllare il proprio bisogno mentre affondava dentro di lei ancora e ancora, cavalcandola con una incitazione selvaggia che rendeva impossibile ragionare. Un attimo dopo si sentì invadere da una tempesta che lo investì con spasmi di intenso piacere. Portata sempre più in alto, colpo dopo colpo, Hermione raggiunse un nuovo orgasmo, tanto sublime da resentare quasi il dolore, un dolore che accolse con gioia.
Poco più tardi, mentre riguadagnava la propria lucidità, Hermione si rese conto che il suo tempo stava arrivando alla fine e che ancora doveva parlargli con il cuore in mano. Si accorse di piangere senza ritegno. Fece per dire qualcosa, ma lui la zittì con un bacio tenerissimo. Le lacrime scesero senza che se ne accorgesse.
Con estrema tenerezza nei gesti, Draco raccolse tutte le sue lacrime con la lingua, assaporando anche lui lo stesso dolore. Quegli occhi che lo avevano legato a lei erano rossi e spenti come i suoi. Non poteva permetterlo.
-Sei così bella che fa male guardarti.- come avrebbe fatto a lasciarla?-Ti amo Hermione…
-…Oh Draco…anche io ti amo…tanto da farmi male il petto -rispose lei con la voce rotta dall’emozione.
Avevano avuto la fortuna di trovarsi. Avevano avuto il privilegio di sperimentare quello che la maggior parte degli uomini cerca per tutta la vita:l’amore perfetto.
Abbracciati sotto le coperte i loro corpi aderivano perfettamente. Il canto di Draco si propagava dentro il corpo di Hermione come un calore febbrile. Gli aveva chiesto di sentire per l’ultima volta la sua dolce melodia. Voleva impararla per ricordarsi il meraviglioso tempo passato con lui.
-Dopo gli esami partirò con una Passaporta messa a disposizione da mio padre…- Hermione si aggrappò a lui con una tale disperazione che quasi distrusse la sua determinazione.-.Ricordati sempre che il mio amore per te non morirà mai. Anche se saremo lontani farò di tutto per rivederti almeno una volta ed amarci di nuovo.
-Che vuoi dire…- chiese Hermione dopo un lungo silenzio.
-Solo la morte mi impedirà di tornare da te. Non rinuncerò mai a rivederti.- prese da terra i pantaloni e frugò nelle tasche. Ritornò accanto a lei e aprì la mano. - Le riconosci?
Hermione guardò e riconobbe i due oggetti nelle sue mani.- Sono…i galeoni che avevo stregato tre anni fa…- li aveva creati per i ragazzi dell’ ES.
-Esattamente. Li ho tenuti con me da quando…da quando Bellatrix…- Hermione ricordò. Draco si era messo in contatto con i Mangiamorte con i galeoni stregati per farli entrare dentro la scuola tramite l’Armadio Svanitore.
-Prendilo con te. Io farò lo stesso. Quando potremo vederci scriverò la data nelle monete ed io verrò da te.
- Amore mio…lo terrò sempre con me.
- So’ che è un caro prezzo quello che ti sto chiedendo: potrebbero passare anni al nostro prossimo incontro…per stare di nuovo insieme… anche un solo giorno.
-Dipende da com’è quel giorno.- rispose Hermione. Si strinse a Draco, tra le braccia dell’uomo che amava. Davanti a loro c’era il resto della nottata, prima dell’inevitabile separazione.
-Draco, amami ancora. Non lasciarmi tempo per pensare, ma solo per sentire.
Montandole sopra con il suo corpo, l’accontentò rimettendosi ad ogni suo desiderio, finché l’alba non interruppe quell’incantesimo.

******************************

-Ti lascio il mio cuore, Mezzosangue, è sempre appartenuto a te. Lo terrai al sicuro?-
-Si…si.- La sua voce era rotta dal dolore. La porta della loro stanza scomparve nel possente muro del settimo piano, per sempre.
Malfoy accompagnò la Granger all’entrata della sua Casa. Lasciò le sue mani tremanti e con un ultimo sguardo su di lei scese la scalinata che lo avrebbe portato nei sotterranei.
-Malfoy!. La sua voce spezzò il silenzio.
Andò di corsa verso di lui che aprì le braccia per accoglierla, il bacio che si scambiarono era una promessa, un suggello del loro amore travolgente.
-Tieni gli occhi puntati sulla moneta. – le sussurrò all’orecchio, inebriandosi del suo profumo per l’ultima volta.
-Sempre…
Si era incamminato verso il suo dormitorio, le mani strette a pugno e le spalle succubi di una rigidità quasi innaturale. E mentre le ombre proiettate dalle candele s'infrangevano sui suoi lineamenti, di nuovo imperscrutabili come in passato, Draco Malfoy aveva sentito la sua anima frammentarsi irreparabilmente, nascosta dietro la maschera.


Fine

venerdì 5 febbraio 2010

commisione per mollicadipane

dramione


mi piace disegnare Draco ed Hermione in queste pose!